Alitalia: premi ai dirigenti nonostante la crisi nera

Mentre Alitalia perde circa un milione di euro al giorno, i commissari Enrico Laghi, Stefano Paleari e Daniele Discepolo sembrerebbero non aver mancato di elargire premi ai dirigenti. Come riportato su un articolo di Daniele Martini su Il Fatto Quotidiano, nei mesi di commissariamento sono stati nominati ben 48 nuovi dirigenti. Tra questi, solo 5 promossi da quadri a dirigenti. I restati 43 sono nominativi esterni.

A queste figure sono stati attribuiti stipendi assolutamente lontani dalle critiche condizioni della società. In particolare, sembrerebbe che tra i suddetti dirigenti, almeno uno abbia guadagnato ben 300 mila euro lordi annui. Ad altri sono state concesse auto aziendali, il pagamento della retta della scuola per i figli e altri tipi di benefit.

Una situazione paradossale se si considera che, in una compagnia aerea in salute, gli stipendi dei dirigenti ammontano a circa 120 mila euro l’anno.

A ciò si aggiunge il compenso dei commissari stessi, che hanno già incassato circa 10 milioni, mettendo le mani sul 7% delle somme recuperate dal fallimento. Il limite legale, in condizioni di commissariamento, ammonta a 240 mila euro.

Giallo sulle relazioni trimestrali

Nel frattempo, scoppia il caso per quanto riguarda la pubblicazione delle relazioni trimestrali. A partire da dicembre 2018, i dati non compaiono più sul sito.

La compagnia di Fiumicino si difende dichiarando di continuare a fornire i propri dati economici al tribunale. E anche ai mercati.

Il caso è stato lanciato da Antonio Bordoni, docente di gestione delle compagnie aeree presso l’università Luiss di Roma e fra i massimi analisti italiani del settore.

Secondo Bordoni:

I commissari straordinari sono tenuti a presentare relazioni trimestrali sulla situazione della compagnia. E quelle del 2018 sono state pubblicate sul sito di Alitalia. Ma da quasi un anno questo non succede più. La relazione trimestrale pubblicata più di recente online risale al 31 dicembre del 2018. Con tutto quello di cui si discute, il pubblico avrebbe il diritto di dibattere su numeri ufficiali aggiornati, e non vecchi di quasi un anno.

L’analista solleva anche un’altra questione. La deregolamentazione del settore aereo in Europa avrebbe dovuto innescare maggiore concorrenza. Permettendo così una maggiore (e migliore) libertà di scelta ai viaggiatori.

Se Alitalia entrasse nell’impero Lufthansa, al contrario, si rafforzerebbero ancor di più i colossi del settore attuali. Con il negativo risultato di pesare maggiormente sulle tasche dei viaggiatori.

I dubbi maggiori riguardano la legge europea per la quale ad un vettore extra UE viene impedito di rilevare più del 49% di una compagnia aerea europea. Al contrario, i vettori interni non hanno limiti.

 

Autore dell'articolo: Redazione

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