BankItalia lancia l’allarme, adesso tocca alle banche italiane coglierlo al volo. Non c’è più tempo da perdere, basta con comportamenti poco corretti e leggi poco chiare. Adesso le banche devono tornare ad essere “trasparenti”, il più possibile, pena la perdita di clienti che si spostano sempre di più verso altri lidi.
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Cosa rimproverano i consumatori alle banche? Innanzitutto i costi elevati, una trasparenza mai realmente applicata, la vendita di titoli a rischio a clienti poco attrezzati finanziariamente, la dubbia applicazione di alcune norme. Inoltre, come se non bastasse, ci sono parecchi dubbi sull’eliminazione del massimo scoperto, norma aggirata dagli istituti di credito con l’introduzione di nuove e salate commissioni.
Ora le banche devono riconquistare la fiducia dei clienti e per farlo non sarà facile, non basteranno pochi mesi. La crisi finanziaria rischia di intaccare anche questo settore, dunque non c’è molto tempo da perdere.
Tantissimi gli esposti arrivati direttamente a Palazzo Koch, sede storica della Banca d’Italia, che nel 2009 sono stati addirittura 7.500, il doppio rispetto a un anno prima. Nella maggior parte dei casi, questi esposti hanno riguardato le condizioni economiche dei conti correnti, commissioni e il massimo scoperto.
Il monito della Banca d’Italia è chiaro: “Il cambiamento che ci si aspetta dalle banche deve essere sostanziale, la reputazione è fondamentale per ridurre i rischi e per migliorare la competitività. Il cambiamento dovrà partire dai vertici degli istituti di credito che devono tener conto maggiormente della soddisfazione dei clienti e degli esposti e ricorsi presentati contro le banche”. E deve tornare la “trasparenza”, come le regole introdotte chiedono: “maggiore comprensione linguistica dei contratti standard” è questo l’obiettivo che le banche devono raggiungere.