La decisione dell’agenzia di rating Standard & Poor’s non è stata appresa positivamente dal Governo italiano, che ha subito rilasciato una nota accusando di fatto l’agenzia americana di aver effettuato questo taglio per valutazioni politiche. Silvio Berlusconi, il presidente del Consiglio, non ha infatti gradito l’abbassamento di rating ed ha attaccato S&P. “Le valutazioni di Standard & Poor’s sembrano dettate più dai retroscena dei quotidiani che dalla realtà delle cose e appaiono viziate da considerazioni politiche. Vale la pena di ricordare che l’Italia ha varato interventi che puntano al pareggio di bilancio nel 2013 e il governo sta predisponendo misure a favore della crescita, i cui frutti si vedranno nel breve-medio periodo” si legge nella nota diffusa dalla presidenza del Consiglio. La replica dell’agenzia Standard & Poor’s non si è fatta attendere. “I rating sovrani di Standard & Poor’s sono valutazioni apolitiche e prospettiche del rischio di credito fornite agli investitori”, dunque sconfessando di fatto le parole del premier italiano. Il taglio al rating italiano era nell’aria secondo molti analisti e perfino secondo alcune fonti del Ministero del Tesoro, ma si aspettava una decisione negativa dall’altra agenzia di rating, Moody’s, che invece ha rimandato il verdetto ad ottobre, concedendo un po’ di respiro al nostro paese.
Pietro Gugliotta