Altra vittima illustre della crisi, Blockbuster, il colosso dell’home video a noleggio con oltre 6 mila filiali in tutto il mondo, rischia la bancarotta. La società si è trovata a fare ricorso al Chapter 11, la famosa legge statunitense che disciplina i casi di fallimento. Blockbuster aveva costruito la propria fortuna a scapito del cinema, allontanando molte persone dalle sale cinematografiche, ma ora si è dovuta arrendere ad internet.
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Il motivo principale della bancarotta non è soltanto la pirateria, ma altri servizi legali che operano via web, e stiamo parlando di tutti quei siti che offrono film on demand come Amazon e iTunes. Prima di questi servizi evoluti, fu la TV via cavo a dare uno scossone alle solide fondamenta di Blockbuster, e dopo arrivò Netflix, film ordianti a casa direttamente tramite internet. Ma è al fenomeno on Demand, ancora in espansione, che si può dare la paternità del colpo di grazia ad una società che è rimasta sulla cresta dell’onda per più di un quarto di secolo. In ogni caso la situazione del colosso non è una novità, già nel 2009 la catena distributrice era stata inserita tra le 15 compagnie americane che non sarebbero arrivate a fine anno.
Il futuro di Blockbuster? Nessuno si sbilancia, la cosa certa è che in un mercato del genere il rinnovamento è d’obbligo, e dunque diviene inevitabile una maggiore presenza sulla rete internet, dalla quale quasi tutte le società devono passare per avere successo.