Bloomberg ha proposto una analisi in questi giorni, nella quale si calcola l’andamento del debito pubblico italiano dal 1994 al 2011. In questi anni si sono alternati tre governi Berlusconi, che ha governato l’Italia quasi per la metà degli ultimi 17 anni, seguito da altri quattro primi ministri come Lamberto Dini, Romano Prodi (due volte), Massimo D’Alema e Giuliano Amato. Secondo Bloomberg il debito pubblico italiano, nei periodi governati da Silvio Berlusconi, ha toccato vette incredibili: con un andamento non costante, i governi Berlusconi hanno visto un aumento del debito pubblico pari al 13.5%, molto di più di quanto realizzato dai diversi premier che si sono succeduti negli altri anni. Paolo Manasse, professore di economia all’Università di Bologna, prova a spiegare questi dati di Bloomberg. “Berlusconi non è stato certo aiutato dalla recessione che lo ha colpito mentre era al governo e dagli alti tassi di interesse che hanno aumentato il costo del debito. Tuttavia con Berlusconi la spesa pubblica è sempre aumentata, anche negli anni di crescita economica e questo, insieme a scelte come quella di abolire la tassa sulla proprietà nel 2008, ha contribuito ad aumentare il debito pubblico”. Dire che Berlusconi ha ereditato una situazione non facilissima non è del tutto sbagliato, ma è anche corretto affermare come sotto il governo Berlusconi, l’Italia abbia avuto un notevole incremento del debito pubblico, a causa dell’aumento della spesa pubblica.
Pietro Gugliotta