La notizia era nell’aria già da alcune settimane, ieri è stata ratificata ufficialmente: Jean Claude Juncker è il nuovo presidente della Commissione europea. L’assemblea ha votato a maggioranza per l’ex premier lussemburghese: 376 voti a favore su 751 eurodeputati. Una maggioranza molto forte, ma inferiore al passato, se consideriamo che il predecessore di Juncker, José Manuel Barroso aveva ottenuto 382 voti su 736. Il discorso prima del voto di Jean Claude Juncker era stato piuttosto forte: parole d’elogio e di difesa per l’Euro, con attenzione ai programmi economici futuri, in particolare in tema di bilanci e crescita. L’esordio è dedicato all’Euro: “la moneta unica non divide, ma protegge l’Europa” ha esordito Juncker, prima di passare ad alcuni proclami importanti. Ci sarà una governance economica dell’Ue, in grado rispondere con rigore alle riforme strutturali. “Si dovrà riflettere a stimoli finanziari per accompagnarle con la creazione di una capacità di bilancio propria dell’Eurozona” ha poi aggiunto. Juncker ha poi parlato dei bilanci nazionali, che dovranno essere in linea con il Patto di stabilità, in modo da rispettare gli accordi presi in fatto di crescita: per questo, l’Unione Europea attiverà degli incentivi per incoraggiare le riforme strutturali. La chiusura del suo discorso è invece dedicata ad un problema molto pressante: l’immigrazione. Juncker ha spiegato che l’immigrazione clandestina non è un problema dei Paesi che sono la frontiera d’Europa, come l’Italia, Cipro e Malta, ma è un problema dell’intera Unione Europea.