Contrarre un mutuo se non si ha un contratto di lavoro a tempo indeterminato era, fino al 2014, una cosa assolutamente impossibile. Lo Stato ha istituito in quella data il Fondo di garanzia per coloro i quali desiderano acquistare la prima casa ma hanno un lavoro precario, nella maggior parte giovani. Il fondo garantisce alle banche il pagamento del 50% del mutuo fino a 250 mila euro. Le banche possono aderire facoltativamente a questa formula ed erogare mutui anche a precari ma poche lo fanno nonostante l’adesione.
Per il 2016, lo Stato ha previsto una dotazione di 200 milioni ma gli istituti bancari tendono a ostacolare comunque l’accesso al credito per il mutuo casa. Tra quelle che aderiscono al Fondo, poi, alcune mettono in atto pratiche scorrette, come chiedere un garante anche se il Fondo non lo prevede, l’obbligo di aprire un conto corrente o l’obbligo di sottoscrivere una polizza vita, ovviamente venduta da loro.
E’ risultato anche che il 55% dei consulenti bancari non conoscono il Fondo di garanzia e non sono a conoscenza dell’adesione della loro Banca. Il dato che emerge chiaro da tutto questo è che lo Stato può fare anche delle belle cose ma se restano misconosciute e inapplicate, non servono a nulla.