Il Centro Studi di Confindustria non vede un 2013 positivo per il nostro Paese: non sarà il 2013 l’anno della ripresa. I dati elaborati dal centro studi dell’organizzazione degli imprenditori non lasciano scampo: si parla di un crollo dei consumi, pari al peggiore dato del Dopoguerra, così come ci sarà un aumento del tasso di disoccupazione, quantificato al 12.2%. Ma analizziamo tutte le previsioni: le stime del Pil italiano nel 2013 sono in netto calo. Secondo quanto stimato dal Csc, dal 2007 al 2013, l’Italia ha perso qualcosa come 8 punti di Pil, un valore altissimo. Male consumi ed investimenti: i consumi faranno segnare il record negativo del dopoguerra, mentre gli investimenti caleranno di quasi 2 punti percentuali rispetto al 2012, annata che aveva già visto un calo del -8.2%. Non andrà meglio nella sfera occupazionale: l’Italia continuerà a perdere posti di lavoro. La disoccupazione attuale si attesta all’11.1%, nel 2013 crescerà fino a raggiungere quota 12.2%. “L’Italia è immersa in una profonda contrazione della domanda interna e della produzione. L’orizzonte è ulteriormente offuscato dall’indeterminatezza dell’esito delle prossime scadenze elettorali” si legge nel rapporto del Centro Studi di Confindustria, che vede uno spiraglio positivo. “Accanto alle molte fragilità internazionali e interne ci sono elementi che possono funzionare da leva per una ripartenza più veloce nel prossimo futuro. Nonostante la ripresa sia ritardata e lenta, i conti pubblici conseguono di fatto nel 2013 l’obiettivo di pareggio strutturale, grazie al corposo avanzo primario (3,6% del Pil)”.