E’ arrivata ieri la decisione definitiva della Corte di giustizia dell’Ue, in merito al prestito da 300 milioni di euro concesso ad Alitalia: è stata confermata la decisione della Commissione europea, che aveva definito come “illegittimo” il prestito. La Corte Ue ha però autorizzato Alitalia a mettere in vendita i propri beni. E’ stato comunque respinto il ricorso di Ryanair, che aveva affermato come “ordinare il recupero dell’aiuto presso Alitalia anziché presso Cai avesse pregiudicato in modo sostanziale la sua posizione concorrenziale”. Ricapitoliamo la situazione: nel 2008, il Governo italiano aveva concesso ad Alitalia un prestito di 300 milioni di euro. La somma, sarebbe stata imputata come conto capitale: decisione che non fu gradita a Bruxelles, con l’Unione Europea che aprì una procedura d’indagine formale, perchè il prestito costituiva “un aiuto di Stato illegittimo e incompatibile con il mercato comune, in quanto conferiva un vantaggio economico finanziato con risorse statali, che non sarebbe stato concesso da un investitore privato avveduto”. La Commissione Europea aveva dunque richiesto il recupero degli aiuti, ossia dei 300 milioni di euro. La seconda decisione della Commissione però ha fatto storcere il naso a Ryanair: infatti la Commissione Europea aveva ritenuto che “la misura relativa alla vendita dei beni di Alitalia non implicasse la concessione di un aiuto di Stato agli acquirenti di quest’ultima”. La compagnia low cost aveva chiesto al tribunale – insieme alle altre compagnie aeree low cost (Elfaa) – di annullare la decisione dell’esecutivo, ma come abbiamo letto, la Corte di giustizia dell’Ue ha confermata la decisione della Commissione europea.
Pietro Gugliotta