Ieri si è tenuto un incontro fra la Grecia, nella persona del premier ellenico George Papandreou, e la Germania, rappresentata dal cancelliere tedesco Angela Merkel. “Vogliamo una Grecia forte nell’Eurozona. La Grecia è pronta a soddisfare le aspettative di BCE, UE e FMI” spiegava al termine del meeting la Merkel, soddisfatta delle risposte che Papandreou ha fornito. Ma nei giorni scorsi è stata espressa un po’ di titubanza da parte della Commissione Europea, sulla possibilità di inviare nuovi aiuti al paese ellenico. Lo stesso portavoce del Commissario agli affari economici, Olli Rehn, aveva dichiarato che se ci saranno nuovi aiuti, non riusciranno ad arrivare nell’occasione del prossimo Ecofin. “La sesta tranche da 8 miliardi del piano di sostegno varato lo scorso anno difficilmente arriverà all’Ecofin del prossimo 3 ottobre” dichiarava Rehn nei giorni scorsi. Per ammorbidire queste posizioni, il ministro delle finanze greco, Evangelis Venizelos, ha illustrato al Fondo Monetario Internazionale (FMI) nei giorni scorsi, il piano dei provvedimenti che il governo della Grecia ha in mente di attuare, spiegando che verranno messi in pratica nel più breve tempo possibile. A proposito della crisi greca, anche il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, è intervenuto. “L’Europa sta affrontando la crisi di debito, ma non sta agendo abbastanza in fretta. La crisi di debito in Europa sta spaventando il mondo intero” dichiara Obama. Ma non è tardata la risposta, molto dura, di Jean-Claude Juncker, presidente dell’Eurogruppo. ‘‘No a lezioni che vengono da oltreoceano. Non sono stati i disoccupati greci ad aver fatto fallire Lehman Brothers, spesso si dimentica la vera origine della crisi attuale. Ed è scandaloso”.
Pietro Gugliotta