Una vera e propria provocazione quella lanciata da Danièle Nouy, direttrice del Single Supervisory Mechanism, l’ente di supervisione dell’Eurozona. Intervistata nelle scorse ore dal quotidiano Financial Times, la Nouy non ha avuto timore nell’affermare la sua convinzione: è meglio lasciar fallire le banche più deboli, affinchè quelle più solide possano resistere e confermarsi. “Dobbiamo lasciare che alcune banche scompaiono in modo ordinato, e non tentino necessariamente di fondersi con altri istituti di credito per cercare di salvarsi. Ammetto che il momento migliore per cambiare le regole non è nel mezzo di una crisi, ma ciononostante c’è la possibilità di fare di più e alcuni paesi stanno applicando norme più rigide” dichiara la Nouy sul Financial Times. Dunque la direttrice del Single Supervisory Mechanism chiede norme più severe all’Unione Europea, in modo da poter creare una vera e propria selezione. Le parole della Nouy hanno fatto suonare un po’ di campanelli d’allarme in diverse nazioni, in particolare in quei Paesi dove le banche affrontano un periodo più complicato. L’idea di lasciar fallire le banche più deboli, permetterà all’Unione Europea di avere un livello di qualità molto più alto. Dai piani alti della Banca Centrale Europea arriva un cauto apprezzamento per le parole della Nouy: pare infatti che anche il presidente della Bce, Mario Draghi, abbia una posizione simile a quella di Danièle Nouy.