Si delinea la situazione dei 19 operai della Fiom assunti dalla Fiat nello stabilimento di Pomigliano lo scorso novembre, dopo la decisione della corte d’appello di Roma. I lavoratori saranno regolarmente retribuiti, ma resteranno a casa: la Fiat infatti non sa dove ricollocarli. In realtà, i lavoratori da ricollocare sarebbero 18, perchè Antonio Di Luca è in aspettativa per impegni elettorali. In ogni caso, i lavoratori, dopo la sentenza della corte d’appello di Roma, avevano svolto un corso di formazione e lunedì si erano recati davanti ai cancelli dello stabilimento Fiat di Pomigliano d’Arco: ad attenderli c’era una brutta sorpresa. L’azienda infatti non sa dove ricollocare questi lavoratori, così ha deciso di continuare a pagarli, ma per non lavorare. Una decisione paradossale. “Ci hanno consegnato la busta paga e informati che ci faranno sapere. Noi pretendiamo una comunicazione scritta, ed abbiamo contestato all’azienda le modalità di mancata comunicazione preventiva” spiegano gli operai. Una vera e propria umiliazione, come spiega Maurizio Landini, segretario generale della Fiom. “Si stanno violando le leggi e i principi costituzionali del Paese. Pagare le persone perché non lavorino è una doppia offesa: colpisce sia la dignità delle persone che lavorano, sia di quelle che sono in cerca di un’occupazione” spiega Landini.