Tutti gli stabilimenti chiusi per 15 giorni. Dunque scatta la cassa integrazione per circa 30 mila lavoratori, così come già annunciato lo scorso 26 gennaio dall’amministratore delegato di Fiat Sergio Marchionne. La scelta dell’azienda è stata motivata dall’ingente calo di ordini, e la conseguente necessità di adeguare la produzione.
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Il segretario provinciale della Fiom di Torino, Giorgio Airaudo, ha riferito che nel 2010 ci sarà un intenso ricorso alla cig e che senza incentivi è inevitabile che il mercato si contragga e che la Fiat debba adeguare i propri volumi di produzione. Il sindacalista ha aggiunto che tutto questo si tradurrà in una riduzione di reddito per gli operai italiani, in quanto per ogni settimana di cig sono stati calcolati 100 euro in meno di salario.
Per il 5 marzo è stato fissato invece un ennesimo incontro tra ministero dello Sviluppo economico e Fiat per trattare sul futuro dello stabilimento di Termini Imerese. Tensione alta anche in un altro stabilimento del Gruppo, la Fabbrica Motori Avellino. Dopo gli scontri nella notte tra sabato 20 e domenica 21, i lavoratori avellinesi hanno organizzato un presidio fuori dalla fabbrica che durerà fino al 26 febbraio.
Per ciò che concerne Termini, il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, ha detto che il Gruppo del Lingotto ha già cambiato atteggiamento e che ora è più responsabile. John Elkann, ha invece ribadito che sulla faccenda dello stabilimento si è già detto tutto. Intanto i sindacati sperano in un accordo che permetta di conservare a Termini almeno alcune produzioni legate all’auto e sfruttare così la professionalità specifica presente sul territorio.