La manovra del governo sarà di circa 8,9 miliardi di euro, un miliardo in più rispetto alle stime. Il maxiemendamento è giunto finalmente alla commissione bilancio. Dal maxiemendamento arrivano conferme per il pacchetto welfare, il codice delle autonomie, il patto per la salute e la distribuzione dello scudo fiscale. Nuove risorse giungeranno dalla vendita di beni demaniali, circa 250 milioni, un miliardo da accordi per una maggiore autonomia con le province di Trento e Bolzano, 200 milioni dai fondi FAS, 350 invece dalla rivalutazione terreni.
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Nella manovra confluirà la riduzione del 20% della acconto Irpef di novembre. Presenti inoltre le risorse per l’inizio dei lavori del ponte sullo stretto di Messina ed il turn-over al 100% per polizia e vigili del fuoco. Non confermati invece gli sgravi per le banche che hanno sottoscritto la moratoria per i debiti delle piccole medie imprese, cancellate quelle norme che prevedevano i rimborsi agli azionisti e obbligazionisti Alitalia e le risorse per il termovalorizzatore di Acerra.
Ben 400 milioni di euro saranno destinati al 5 per mille, 400 all’università, 600 per Roma capitale, da reperire con la dismissione di immobili della Difesa, 500 milioni per la costruzione di nuove carceri e l’aumento della capienza di quelle attuali. Confermato infine il fondo comune per le piccole e medie imprese e l’aumento di 200 milioni del credito d’imposta per le imprese che effettuano investimenti nella ricerca.
Il capogruppo del Partito Democratico in commissione, Pier Paolo Baretta, definisce la situazione “grottesca e senza precedenti”. Criticati infatti i 3,1 miliardi del tfr inopatato trasferiti al “patto per la salute”. L’opposizione intanto si è già mossa, scrivendo una lettera al presidente della Camera Gianfranco Fini, per denunciare la totale impraticabilità ad esaminare la Finanziaria.
Giuseppe Raso