Durante una audizione alla Camera, il presidente dell’Istat, Enrico Giovannini, ha parlato a ruota libera dei temi e dei dati statistici del lavoro e della situazione economica del nostro paese. Il quadro che viene proposto dal presidente dell’ente statistico nazionale non è per nulla roseo: infatti se come sappiamo, l’Italia ha il secondo tasso più alto di disoccupazione giovanile in Europa, a far preoccupare maggiormente c’è un dato preso poco in considerazione, il rischio di povertà. Il primo tema affrontato da Giovannini è quello della disoccupazione giovanile. “A fronte di una moderata crescita complessiva, nella media dei primi tre mesi del 2011, l’occupazione giovanile ha subito una flessione del 2.5%” spiega il presidente dell’Istat, che poi ha approfondito i dati. “Il tasso di disoccupazione dei giovani tra 18 e 29 anni è sceso dal 20.5% del primo trimestre 2011 al 18.6% del terzo trimestre, tuttavia se si considera la fascia di età 15-24 anni, come proposto dall’Unione europea, la disoccupazione sale al 31%, la più alta dopo la Spagna”. Ma preoccupa anche la situazione occupazionale al femminile: in Italia infatti lavora solo una donna su due, valore che scende al 30% per quello che riguarda il Sud Italia. “Il tasso di inattività delle donne italiane rimane tra i più alti in ambito europeo, determinando un’incidenza relativamente modesta della disoccupazione femminile e pari a 9,6%, un punto al di sopra della media nazionale, anche se con una punta del 15.4% nel Mezzogiorno”. Finale dedicato al rischio di povertà: un rischio che riguarda un quarto della popolazione italiana, le fasce più colpite sono quelle delle famiglie numerose, madri che vivono da sole, anziani. Il rischio di povertà si concentra principalmente al Sud Italia.
Pietro Gugliotta