Ilva: è battaglia tra Marcegaglia e Arvedi

Due imprenditori italiani si contenderanno l’Ilva di Taranto entro fine Maggio: Marcegaglia da un lato, alleato di Arcelor Mittal, gruppo franco- indiano; sull’altro fronte Arvedi, fresco di accordo con il gruppo turco Erdemir. A prescindere da come finirà, è certo che la CDP (Cassa Depositi Prestiti) scenderà in campo accanto al vincitore come investitore finanziario e garante politico. Potrebbe però esserci una sorpresa, chiamata Leonardo Del Vecchio, fondatore di Luxottica e uomo tra i più ricchi d’Italia. I due sfidanti sono pronti a presentare a breve le proprie proposte, e nel caso di Marcegaglia Arcelor si tratta di un’offerta vincolante.

Ilva: l’entrata in scena di Del Vecchio

Leonardo Del Vecchio ha origini pugliesi, così come il suo collaboratore numero uno Luigi Francavilla. Il fondatore del Gruppo Luxottica è molto legato alla Puglia e da quanto si apprende da alcune fonti vicine all’imprenditore, lo stesso Del Vecchio avrebbe dichiarato la propria intenzione di partecipare finanziariamente al salvataggio dell’Ilva per aiutare la Puglia. Molto probabilmente non si contrapporrà a Marcegaglia e Arvedi, ma potrebbe scendere in campo proprio al fianco di quest’ultimo. Solo qualche giorno fa Del Vecchio aveva dichiarato:” C’è bisogno di un grande gruppo internazionale del settore come capofila, una grande azienda che fa quel tipo di lavoro, sempre che riesca a gestirla, perché l’Italia è diversa dalla Germania. In Italia purtroppo comandano i politici ed è difficile per un investitore. Lo Stato non può nazionalizzarla perché l’Europa non glielo permetterebbe: le persone che dovrebbero essere interessate a salvare questa azienda sono i politici, ma gli stessi amministratori sono i primi che sarebbero contro se dovesse arrivare una grande azienda“.  Nel frattempo, alcune questioni legali frenano la risoluzione del caso. In particolare, si attendono notizie sulle decisioni da parte dell’UE in relazione ai possibili aiuti che lo Stato potrebbe stanziare in favore dell’acciaieria di Taranto. Si sta cercando di capire anche cosa accadrà rispetto ai ricorsi nei confronti del commissariamento da parte degli ex proprietari.

Il padre di Francesco Zaccaria scrive a Mattarella

Intanto, il padre della vittima del 2012, l’operaio rimasto intrappolato nella cabina guida di una gru e deceduto precipitando in mare, scrive una lettera al Presidente della Repubblica, contestualmente al ricevimento di una medaglia al merito del lavoro, in memoria del figlio Francesco. Ecco i passi salienti di quanto scritto da Zaccaria:” Se sta leggendo queste righe è perché ho trovato il coraggio di consegnarle questa missiva immaginando lei, come un padre in pantofole attorniato dai propri figli e non come una importante figura istituzionale. Sono consapevole che è un privilegio ricevere questa onorificenza in memoria di mio figlio e la ringrazio dal profondo del cuore.” E ancora: “Il luogo di lavoro non è un territorio ostile dove nulla è prevedibile, c’è tutto il tempo per prevenire, investire sulla sicurezza. Se la trave di fine corsa fosse stata come da progetto la cabina non sarebbe precipitata a mare“. Francesco lavorava per l’Ilva di Taranto già da qualche anno e quel maledetto 28 Novembre 2012, perse la vita a soli 29 anni, travolto dal tornado e sepolto in mare, a 30 metri di profondità, all’interno della cabina guida della gru.

Autore dell'articolo: Redazione

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