L’Istituto nazionale di Statistica ha elaborato in questi giorni il valore del Pil, il Prodotto Interno Lordo. Il primo trimestre del 2012 ha visto una flessione del Pil, rispetto al trimestre precedente, del -0.8%, mentre la flessione è ancora più accentuata se prendiamo in esame il primo trimestre 2011: il dato, in questo caso, è del –1.3%. Si tratta del peggior inizio di anno per il Pil italiano, dal 2009, annata in cui il calo del Pil toccò quota -3.5%. Il primo trimestre conferma come l’Italia sia ancora in recessione, dato che è il terzo trimestre consecutivo dove il dato congiunturale è ancora in negativo. Anzi, la situazione è in continuo peggioramento: siamo partiti dal terzo trimestre 2011, quando il valore era di -0.2%, valore poi cresciuto nel quarto trimestre quando si era attestato al -0.7%, in continua flessione anche nel primo trimestre 2012. Come si legge nella nota pubblicata dall’Istat, “il risultato congiunturale del Pil nel primo trimestre è la sintesi di un aumento del valore aggiunto dell’agricoltura e di una diminuzione del valore aggiunto dell’industria e dei servizi”. Prendendo in esame l’Eurozona, scopriamo come l’Europa a 17 stati non abbia subito variazioni relative al Pil, che dunque è rimasto stabile; nel dettaglio, alcuni paesi hanno fatto segnare segnali di ripresa incoraggianti, come il +1.2% della Germania, oppure i dati delle repubbliche baltiche (Estonia +4%, Lituania +4.3%, Lettonia +5.5%). Ma la situazione europea peggiore è quella della Grecia: nel primo trimestre 2012 perde il -6.2% rispetto all’anno precedente.