Anche l’Italia si avvia verso la fine della recessione. E’ questo l’input che l’Istat, tramite il presidente Antonio Golini, ha fornito in una audizione al Senato. C’è da dire che questa leggera ripresa avviene con un trimestre di ritardo sulle previsioni iniziali: infatti si è passati dal terzo trimestre, quello appena concluso, al quarto ed ultimo trimestre del 2013, un trimestre dopo la ripresa della Spagna. “L’andamento del Pil dovrebbe segnare nel terzo trimestre un calo, seppur limitato, seguito da una debole variazione positiva nel quarto trimestre. Alla fine dell’anno avrebbe quindi termine la fase recessiva iniziata nel secondo semestre del 2011” spiega Golini. Certo, a fianco di una ripresa del Pil, sarebbe inevitabile pensare ad un miglioramento dell’andamento occupazionale, ma al momento il tasso di disoccupazione non fa segnare miglioramenti. Dopo otto trimestri di contrazione, il Pil comunque tornerà a crescere: la speranza è che questo possa corrispondere ad una progressiva ripresa dell’economia italiana. Intervenuto in Senato, il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni ha evidenziato l’importanza del rapporto debito Pil entro il 3%. “L’indebitamento netto deve restare entro la soglia del 3% del Pil, ma il rispetto di tale obiettivo non è sufficiente: il disavanzo strutturale deve tendere verso il pareggio e il peso del debito deve ridursi”. Per il futuro, le previsioni del Governo sono positive: nel 2014 si prevede una crescita del Pil all’1%, mentre fra il 2015 ed il 2017 il Pil italiano potrebbe crescere fra l’1.7% e l’1.9%.