L’Unione Europea ha concesso all’Italia maggiore flessibilità, ma ha chiesto nuove misure al Governo Italiano, su lavoro, giustizia, competitività e fisco. Il ministro dell’economia Pier Carlo Padoan si dichiara soddisfatto di quanto deciso dall’Eurogruppo. Non è dello stesso avviso il Premier Matteo Renzi, che considera troppe le richieste dell’UE, oltretutto da realizzare nell’arco di un anno, un anno e mezzo. Tuttavia, Renzi inneggia al successo, soprattutto contro chi, mesi fa, dava il Paese sull’orlo del fallimento. La decisione di Bruxelles, secondo il premier, significa che lo Stato italiano ha riacquistato la credibilità internazionale.
Italia: promossi i conti presentati dallo Stato, ad ottobre una nuova valutazione
L’Italia, la Finlandia e il Belgio, secondo quanto emerso dall’Assemblea dell’Eurogruppo, avrebbero dovuto subire una sanzione economica, in quanto i conti dei tre Paesi risulterebbero in disequilibrio rispetto ai valori prestabiliti da Bruxelles. Tuttavia, soprattutto per contrastare i movimenti di euroscetticismo, si è deciso di non prendere nessun provvedimento, nemmeno nei confronti di Spagna e Portogallo che hanno un deficit superiore al 3%. Per il 2016 lo Stato Italiano è risultato quindi in regola con i conti, a patto che vengano rispettate le promesse fatte dal Governo Renzi in merito a nuove riforme. Di fondo, c’è ottimismo, ed è quindi stata concessa al nostro Paese una maggiore flessibilità. Sono stati concessi 0,85 punti di flessibilità sul bilancio, per favorire nuove riforme e investimenti. Ad ottobre avrà luogo una nuova valutazione per decidere se proseguire su questa strada o prendere altre iniziative. Anche il governatore di Bankitalia Ignazio Visco ha accolto favorevolmente la decisione di Bruxelles, dichiarando che la BCE ha fatto quello che doveva fare e che il programma ha funzionato, nonostante i tassi ancora negativi che comunque non potranno rimanere tali per sempre.
Ancora scontri all’interno dell’Eurogruppo sulla questione migranti
La flessibilità concessa all’Italia è stata motivata anche da un supporto europeo alla situazione dei migranti nel Paese. Tuttavia, a Renzi è stata chiesta l’apertura di nuovi centri, ma da Roma è arrivato un NO categorico. Secondo il premier, i migranti stanno diminuendo e il Governo Italiano non accetta che l’UE giustifichi la chiusura del Brennero. A livello teorico, Bruxelles avrebbe detto no all’Austria in merito alla richiesta di chiusura del Brennero, tuttavia concedendo la possibilità di adottare misure provvisorie in caso di necessità. Ciò si traduce nella conseguente richiesta al Paese italiano di aprire nuovi centri sulla terra ferma, nonostante la proposta del Ministro Alfano di costruire apposite navi che possano consentire il controllo dei migranti ed eventuali operazioni sanitarie. Renzi ha cercato di placare gli animi, dichiarando che:
É prematuro discutere di ulteriori interventi visto che il numero di migranti ha finalmente iniziato a ridursi. Se continuerà questo trend di discesa non vi sarà bisogno di nuove strutture.
Dati alla mano, rispetto ai primi 4 mesi del 2015, nel 2016 sono arrivati nel Paese circa 8.000 migranti in meno, per un totale di 32.000 dal 1° Gennaio contro i 40.000 dello scorso anno nello stesso periodo.