La notizia della sentenza del tribunale sulla vicenda Fiat-Fiom, che ha dato ragione ai sindacati, è stata accolta in maniera profondamente negativa da Fiat. Il manager italo-canadese Sergio Marchionne, intervistato da “Affari Italiani” non ha nascosto il proprio disappunto, ipotizzando magari un futuro lontano dall’Italia per l’azienda del Lingotto. Apriti cielo: non è la prima volta che Marchionne apre all’estero. Si era già parlato più volte di un futuro “americano” per Fiat, dopo l’acquisizione di Chrysler: Fiat avrebbe potuto trasferire il proprio quartier generale negli Stati Uniti, ma l’indiscrezione è sempre stata smentita. Ma la sentenza Fiom ha sicuramente infastidito i vertici Fiat, tanto che Marchionne ha risposto positivamente alla domanda di un futuro olandese per Fiat. “Sì, potremmo trasferirci in Olanda“ ha candidamente ammesso Marchionne, un po’ come è stato già fatto da Fiat Industrial. Fiat ha poi diramato una nota ufficiale. “La Fiat si riserva di valutare se e in che misura il nuovo criterio di rappresentatività, nell’interpretazione che ne daranno i giudici di merito, potrà modificare l’attuale assetto delle proprie relazioni sindacali e, in prospettiva, le sue strategie industriali in Italia” si legge. Una nota piuttosto chiara, che evidenza la possibilità di modificare le strategie industriali di Fiat nel nostro Paese. Provocazione o realtà? Non è il primo scontro fra Fiat e sindacati, così come è vero che Fiat non ha mai rinunciato ad ampliare la propria attenzione verso nuovi mercati esteri.