Dopo la “bomba” lanciata nei giorni scorsi, l’agenzia di rating Moody’s corregge il tiro e in un certo modo smentisce le dichiarazioni su una possibile crisi italiana. Infatti Alexander Kockerbeck, analista di Moody’s, ha dichiarato che le possibilità che l’Italia vada in crisi sono molto più basse, rispeetto agli altri paesi Europei. “In Italia l’aggiustamento non dovrà dunque essere brutale – esordisce l’analista di Moody’s – mentre paesi come la Grecia, l’Irlanda, il Portogallo e la Spagna dovranno radicalmente cambiare il loro modello economico.
Dopo anni in cui hanno vissuto una forte crescita economica guidata dal boom immobiliare, ora dovranno anche loro convivere con un elevato debito associato a una bassa crescita del Pil. Ora bisognerà vedere – prosegue Kockerbeck – se l’unione monetaria sarà in grado di funzionare in questo nuovo contesto ambientale. L’Italia ha anche altri punti di forza. Innanzitutto il sistema bancario è meno esposto ai fattori scatenanti della crisi finanziaria. Inoltre in Italia c’è minore indebitamento privato: le famiglie hanno debiti pari al 50% del loro reddito, contro il 200% dell’Irlanda, il 150% della Gran Bretagna e il 130% di Spagna e Portogallo. Infine – conclude Kockerbeck, analista di Moody’s – il debito pubblico italiano è strutturato su una durata abbastanza lunga e questo diminuisce l’impatto immediato dell’aumento dei tassi d’interesse”.
Moody’s ha allentato la presa sul paese italiano, ma non si spiegano le dichiarazioni rilasciate giovedì dove si asseriva tutt’altro. Certo è chiaro come queste dichiarazioni gettino ombre su Irlanda, Portogallo e Spagna, la cui situazione pare – dalle parole dell’analista – senza dubbio più grave rispetto all’Italia.