Il regime forfettario, nei primi nove mesi del 2019 è stato scelto da 217.000 nuove partite IVA. Oltre il 50% dei nuovi liberi professionisti. La nuova Legge di Bilancio 2020 prevede ora una doppia stretta per tutti i collaboratori che non fattureranno oltre 20.000 euro e che, cumulando i redditi da lavoro dipendente, non supereranno i 30 mila. Questi dati rischiano di portare la flat tax al flop, poiché le quantificazioni di recupero di gettito rischiano di non essere corrette.
Secondo l’Osservatorio delle partite Iva del dipartimento delle Finanze, ai 217 mila nuovi liberi professionisti, si aggiungono quasi 300 mila partite IVA che, durante l’anno, hanno scelto di passare dal regime ordinario al regime forfettario.
Una richiesta unanime da parte dei lavoratori autonomi, grazie ai provvedimenti della Legge di Bilancio dello scorso anno. Era infatti prevista una soglia di ricavi o compensi fino a 65 mila euro. In più, era stata decisa l’eliminazione dei vincoli su beni strumentali. Portando anche a 30 mila il limite per l’accumulo con i redditi da lavoro dipendente.
Flat Tax: il governo fa marcia indietro sulle Partite IVA
Stando alle ultime modifiche sulla prossima Manovra 2020, il Governo ha deciso di limitare gli abusi.
I tecnici del Senato avanzano dubbi sulla quantificazione delle misure.
In particolare, un documento redatto dal servizio Bilancio di Palazzo Madama precisa che:
non è indicato il numero di soggetti che, si ipotizza, transiterà dal regime forfettario vigente a quello più stringente proposto dalla manovra suddiviso tra soggetti che sostengono oneri per lavoro dipendente oltre il limite di 20 mila euro e soggetti che l’anno precedente hanno percepito redditi di lavoro dipendente oltre la soglia di 30 mila euro.
Inoltre, ci sono grossi dubbi su come stimare il risparmio dato dall’aliquota IRPEF che, a seconda dei casi, va dal 3% al 41,6%.
Ad ogni modo, è indubbio che, ormai, l’attrazione per la flat tax abbia spinto in alto l’apertura di nuove Partite IVA, probabilmente scatenando una serie di abusi.
Nel terzo trimestre 2019, il totale delle nuove aperture va suddiviso per il 72,3% a persone fisiche, il 21,6% per società di capitali, il 3,2% per società di persone, e il 2,5% per altre forme giuridiche.
Ora, il boom generato dalle vecchie misure rischia di trasformarsi in un grande flop. Sia per i contribuenti che per il governo. Quest’ultimo ancora alle prese con le decisioni finali riguardo alla prossima Manovra.
Infatti, se fosse approvata l’imposta sostitutiva a rimpiazzare Irpef e e Irap, non è fatto escluso un cambio di marcia, con il ritorno, per molti lavoratori autonomi, al vecchio regime ordinario.