L’Iran annuncia un aumento dell’esportazione del greggio nonostante l’accordo Opec. Prima conseguenza il sensibile calo del prezzo petrolio nella seduta di mercato odierna. Rispetto ai massimi toccati ieri la quotazione tocca attualmente i 48,60 dollari al barile, in rialzo sull’apertura dello 0,75%. L’accordo tra i membri dell’Opec sembra sempre più un patto di facciata. Gli investitori temono il nulla di fatto per il 30 Novembre a Vienna. Ancor più grande è il pericolo che, se Trump si insediasse alla Casa Bianca, gli USA potrebbero avviare un processo di esportazione senza precedenti.
Prezzo petrolio: la Russia attende
Come è ormai chiaro, lo storico accordo Opec non potrebbe funzionare senza la collaborazione di Paesi esterni. L’attenzione principale è diretta alla Russia.
La governatrice della Banca di Russia Elvira Nabiullina è intervenuta sull’argomento, dichiarando che l’economia del Paese può comunque reggere un nuovo crollo dei prezzi del greggio.
Nabiullina ha specificato che il governo sta valutando due possibili scenari. La situazione più grave potrebbe essere il raggiungimento dei 25 dollari al barile. A voler essere ottimisti, è anche possibile che il greggio arrivi a toccare quota 55 dollari al barile.
Anche se dovesse verificarsi il primo caso, la governatrice rassicura che il sistema finanziario del Paese può reggere, adattandosi al forte ribasso. I calcoli e le statistiche sosterrebbero questa tesi.
Infine, Nabiullina ha aggiunto che tutto va considerato nell’ottica di un profondo cambiamento avvenuto negli ultimi due anni. L’economia russa si è rafforzata e il debito estero è diminuito del 30%.
Arabia Saudita: Hilary Clinton e il problema della legge Jasta
Legami controversi tra Arabia Saudita e Stati Uniti. La legge per la giustizia contro gli sponsor del terrorismo è stata approvata dal parlamento americano. Obama ha tentato il tutto per tutto mettendo il veto presidenziale, ma il Congresso ha raggiunto la maggioranza.
Presidente sconfitto e vittime dell’11 Settembre che possono ora citare in giudizio i sauditi per gli attentanti al Pentagono e alle Torri Gemelle.
Una bella grana, soprattutto se a sedersi alla Casa Bianca sarà Hilary Clinton. La stessa candidata, nel 2010, dichiarò che: “L’Arabia Saudita resta una base di supporto finanziario per Al Qaeda, i talebani, Lashkar-e-Taiba e altri gruppi terroristici, compreso Hamas”.
Le famiglie delle vittime sanno bene che per proteggersi deve essere interrotto il flusso di denaro che arriva a questi Paese.
Il prezzo petrolio potrebbe dunque subire, nel prossimo futuro, le conseguenze delle scelte politiche americane, ora più che mai indecifrabili e contrastanti.