Mercati in rafforzamento grazie al prezzo petrolio che torna di nuovo sopra i 50 dollari al barile e all’ipotesi di rialzo dei tassi negli Usa entro fine anno. Per il greggio, si tratta di livelli che non venivano toccati da Giugno. Il rialzo dei tassi negli Stati Uniti rafforzerebbe ulteriormente anche il dollaro. Tuttavia, ne beneficerebbe anche il comparto bancario europeo. Nel frattempo l’oro nero continua la sua corsa, dopo il Brent anche il WTI ha toccato i massimi di quattro mesi.
Prezzo petrolio: analisti invitano alla cautela
Dopo l’annuncio dell’accordo Opec, il greggio si avvia a chiudere l’anno in trend positivo. Tuttavia, gli investitori mantengono una certa cautela. Le operazioni di Borsa mostrano fiducia sull’oro nero nel breve e medio periodo. Contrasti invece sulle scadenze lunghe.
Gli esperti segnalano che alcuni eventi potrebbero mettere a rischio il mantenimento del trend positivo. In particolare, occorre fare attenzione alle notizie che giungono da Cina e India. I due Paesi, infatti, hanno fatto registrare un rallentamento della domanda, oltre le aspettative.
A livello complessivo, il valore del greggio dovrebbe comunque mantenersi, nell’ultimo trimestre del 2016, tra i 45 e i 50 dollari al barile.
Si può affermare che le aspettative di inizio anno siano state rispettate. A Gennaio, infatti, diversi economisti avevano previsto una ripresa dei prezzi del greggio per gli ultimi mesi dell’anno.
Nel corso degli ultimi mesi, diversi rallentamenti sono stati causati dall’aumento di produzione Opec e della Russia. La svolta è avvenuta con il patto di Algeri, per il quale si attende la conferma durante la riunione dei vertici Opec a Vienna, il 30 Novembre.
USA: cosa accadrà nel 2017?
Complessivamente, la produzione di oro nero negli Stati Uniti sta vivendo una fase di stabilizzazione. Tuttavia, i produttori americani di fascia alta continuano ad aggiungere piattaforme di trivellazione.
Sembra scontato che gli USA continueranno a trarre vantaggio dalla copertura per i prossimi due anni. A livello globale, ci sarà ancora necessità di mantenere alto il prezzo petrolio, in particolar modo per attrarre quegli investimenti che garantiscono la stabilità degli approvvigionamenti.
Sul fronte Opec, se il taglio alla produzione venisse confermato e attuato, è possibile che si riesca a rallentare in tempi più celeri l’eccesso di offerta del bene. Anche se un simile scenario non sarà “palpabile” nell’immediato, ma i risultati potrebbero arrivare sul lungo periodo.
Attualmente, i dati macroeconomici continuano a segnalare incertezza.