Si stabilizza lievemente sopra i 50 dollari al barile il prezzo petrolio. La tendenza è in lieve calo, a seguito del nulla di fatto ad Istanbul. L’altalena della quotazione potrebbe dunque subire nuove oscillazioni. Alcuni analisti non escludono il crollo. Per il momento gli investitori puntano alla vendita a scadenza breve. Indecisione invece per le negoziazioni nel lungo periodo.
Prezzo Petrolio: la situazione dell’Arabia Saudita
La crisi del Regno Saudita è un elemento molto importante per il futuro del greggio. Il paese, nonostante le misure di austerità prese dal governo, non riesce a risollevarsi.
Ciò significa che l’Arabia Saudita dipende ancora troppo dal Petrolio. Gli esperti non escludono che il regno possa entrare in recessione, per la parte economica non legata alla produzione d’oro nero. La prima conseguenza è che la crescita dell’economia saudita sarà dovuta ai picchi di produzione. Come questo fatto possa essere gestito nell’accordo Opec ancora non è chiaro.
Il crollo del valore del greggio degli ultimi mesi è stato contrastato con diverse misure. Stipendi dei ministri tagliati, indennità ridotte e bonus sospesi. Inoltre, la Banca Centrale ha immesso circa 4,8 miliardi di euro nel sistema, con l’obiettivo di contrastare la contrazione della liquidità.
Jason Tuvey, economista responsabile del Medio Oriente della società Capital Economics di Londra, ha dichiarato che il peso sulle famiglie sta aumentando. E i consumi diminuiscono. Momento dunque difficile e cruciale per il Paese che, tra l’altro, è il principale fautore dell’accordo Opec.
Kazakhistan: torna in attività il giacimento di Kashagan
Nel frattempo, il gruppo ENI ha annunciato la ripresa delle estrazioni dal giacimento kazaco di Kashagan. ENI detiene il 16,81% della partecipazione dello stabilimento. La produzione riprende sul luogo dopo tre anni di stop.
La motivazione della chiusura dell’impianto fu dovuta alla necessaria sostituzione delle tubature. L’alto livello di zolfo negli idrocarburi estratti nel mar Caspio aveva contribuito a rendere non idoneo il giacimento, logorando le tubature preesistenti.
Per quanto riguarda i livelli di produzione, dallo stabilimento dovrebbero partire 370.000 barili al giorno entro la fine del 2017. Attualmente si prevede di arrivare ad un primo livello di 180.000 barili.
Da sottolineare che il giacimento kazaco è uno dei più grandi scoperti nell’ultimo mezzo secolo. Si trova a circa 80 chilometri a Sud Est di Atyrau. Le stime parlano di riserve pari pressappoco a 35 miliardi di barili.
Prezzo petrolio quindi in attesa di un nuovo vertice Opec a fine mese, dove saranno anche più chiare le intenzioni e le condizioni dei vari Paesi membri.