Settore petrolifero italiano: a rischio 7.500 posti di lavoro

Più di 7.500 posti di lavoro a rischio per il settore della raffinazione Italiano, che risulta molto in crisi. Il presidente dell’Unione petrolifera (Up), Pasquale De Vita, che ha presentato i dati di consuntivo del settore, per quanto riguarda l’anno 2009, ha dichiarato che in Italia ci sono 5 raffinerie a rischio di chiusura. Ogni raffineria ha in media 500 dipendenti e se facciamo rientrare nel conto anche l’indotto, è chiaro che i danni sono ingenti.

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Il settore è stato notevolmente colpito dal calo della domanda mondiale, che nel 2009 è scesa di oltre un punto percentuale. Le perdite complessive ammontano ad oltre un miliardo di euro secondo le stime dell’Unione Petrolifera. Gli impianti di Livorno e Pantano sono in cerca di compratori, a Taranto e Gela l’attività è stata provvisoriamente fermata, mentre a Falconera si contano 92 esuberi. La situazione è delicata.

Le mutazioni degli equilibri geopolitici sembrano essere sempre più evidenti, i paesi Ocse hanno infatti registrato un freno alla domanda del 4,4%, mentre quelli non Ocse hanno registrato un +2%. Netta la contrapposizione Stati UnitiCina, sempre a livello di domanda, con i primi che hanno mostrato una contrazione del 4%, e i secondi un incremento notevole del 7,2%. Per le raffinerie italiane troppo forte è la concorrenza dei Paesi mediorientali, dove i costi sono più bassi e i limiti legislativi meno invasivi. L’Up spera che il governo abbia un occhio di riguardo per il settore, per tale motivo sta insistendo per un quadro normativo meno severo.

Giuseppe Raso

Autore dell'articolo: Redazione

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