La legge di stabilità non ha colto il favore dei sindacati: Cgil, Cisl e Uil hanno bocciato la manovra del governo Letta. Si tratta – secondo i sindacati – di una legge che condanna l’Italia alla stagnazione. La legge di stabilità approvata la scorsa settimana non ha colto il favore degli industriali: anche Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria, ha sostanzialmente bocciato il provvedimento, ritenendolo insufficiente. Tornando ai sindacati, il malcontento è sempre più crescente. In una conferenza stampa congiunta, Luigi Angeletti, Susanna Camusso e Raffaele Bonanni hanno spiegato le loro intenzioni: “indire scioperi che con manifestazioni a livello territoriale nel prossimo mese riescano a influenzare il dibattito parlamentare”. Il segretario Uil è stato abbastanza chiaro: Angeletti ha infatti spiegato che la priorità del governo dovrà essere la crescita del Paese. Per crescere è necessario però ridurre le tasse sul lavoro, la riduzione fiscale di questa legge di stabilità resta purtroppo leggera e dunque non efficace. Lo stesso Angeletti auspica un migliore controllo delle finanze: troppi sprechi nella pubblica amministrazione, con quei fondi si potrebbero reperire risorse per finanziare una maggiore riduzione fiscale. Dalla Cgil, la Camusso chiede scelte diverse e una modifica della legge in Parlamento. Intanto i sindacati hanno proclamato uno sciopero di quattro ore per il mese di novembre, in modalità ancora da ufficializzare.